La Royal Books presenta “Un ago simile” di Annalisa Cesaretti, in uscita l’11 febbraio
Cerca l’ago nel pagliaio
Modena, Roma, 21 gennaio 2021. Il ponte che unisce il carcere alla società esterna è sostenuto anche da un pilastro a forma di libro, che è spesso e alto tanto quanto “Un ago simile”, il contemporary romance che supera i muri di indifferenza e accende la luce sulla realtà penitenziaria.
C’è chi crede che sperare di trovare un po’ di umanità in carcere sia come cercare un ago in un pagliaio. E poi c’è Marisol. Che dell’ennesima sentenza emessa dai tribunali popolari se ne frega e a due anni dall’ultimo incontro con suo nonno, assiduo frequentatore dei penitenziari, si ritrova a frugare ancora una volta tra strati e strati di paglia.
Dietro alle sbarre del Gebella, il carcere della cittadina di Colmite, la giovane giornalista aveva lasciato la persona a cui teneva di più al mondo e ora trova Abel, il ragazzo a cui la lega una coincidenza beffarda e una lettera.
Il destino ha già fatto la sua mossa, ora sta a Marisol e Abel costruire il loro futuro. Prima, però, devono abbattere i sensi di colpa che li tengono incatenati al passato.
“Un ago simile” è la storia di un progetto quasi utopico che prende forma grazie all’amore; quello di un nonno per la sua cara nipote, di una giornalista per la verità, di sette detenuti per la libertà, di un figlio per suo padre e di un piccolo gruppo di brave persone per la tutela dell’uomo e dei suoi diritti.
Da un lato del ponte c’è il Gebella e dall’altro una cittadina dove si tende a nascondere sotto un tappeto di paglia ogni scomoda verità. Nel mezzo scorre un fiume di storie e i loro protagonisti, per una volta, non andranno alla deriva fino a cadere nel dimenticatoio.
Luigi e Marisol Porzi sono simili, ma non uguali.Nelle loro vene scorre lo stesso sangue e insieme sostengono il peso di un cognome che in quel di Colmite, il paesino in cui vivono, è garanzia di guai. Ma la vera affinità che li lega è cucita lungo le battaglie che combattono in virtù di un solo credo: la tutela dei diritti dei detenuti. Dalla cella del Gebella in cui è recluso, Luigi sceglie la via della rivendicazione; mentre sulle pagine del Gazzettino di Colmite sua nipote conduce inchieste per portare allo scoperto le malefatte del direttore dell’istituto di pena.Proprio a causa dell’ennesimo sopruso, le loro vite, prima inscindibili, si separano per sempre. A unirle ancora al di là del tempo e dello spazio, però, resta il sottile filo che gira attorno alle colpe di entrambi fino a imbastire la pelle di Marisol. E tira, si fa sentire, dal giorno del suo primo incontro con Abel, un giovane architetto finito dietro le sbarre per scontare gli errori della sua famiglia e uscito dal Gebella con la sola aspirazione di consegnare un messaggio alla nipote di Luigi Porzi. Entra nella serratura della fortezza in cui i due ragazzi hanno rinchiuso il passato e nelle loro mani diventa lo strumento con cui suturare le ferite dell’altro.Quel filo, poi, si trasforma nell’unico canale di comunicazione tra gli abitanti del penitenziario e il resto della società; e passando attraverso le crune di aghi simili tenta di rappezzare il futuro di Marisol e di Abel con il logo del sogno di Luigi: un quotidiano di informazione dal e sul carcere redatto dai detenuti.
📌BIOGRAFIA:
Parallelamente allo studio, diventa articolista per alcune testate sportive e svolge uno stage in una nota agenzia di stampa italiana. Attualmente lavora come press officer per la Royal Books Edizioni, ma non solo. Come editor collabora con la stessa casa editrice e cura gli editing di alcune autrici self.
“Un ago simile” è il suo romanzo d’esordio.
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