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giovedì 11 aprile 2013

"L' arte di essere felici" di Lucio Anneo Seneca


Editore: Newton Compton
Anno: 2013
Pagine : 128

Di cosa parla :

Una condizione di beatitudine così profonda che non si può nemmeno esprimere a parole, che si può solo sperimentare: un attimo che racchiude l'eterno e l'infinito.
E' la felicità il tema del "De Vita Beata", un mirabile vademecum del pensiero di Seneca.
In questo dialogo, dedicato al fratello Anneo Novato , il filosofo latino mostra che solo il saggio più raggiungerla. Distaccandosi dalle passioni terrene, egli diventa imperturbabile , al punto da non temere neanche la morte. Certo, è una strada difficile e piena di ostacoli , ma non impraticabili .
Perché non nel piacere , che è meschino , servile, debole e caduco, ma nella virtù risiede la vera sola felicità.

Parere Personale :

Non ne so molto di filosofia quindi parlerò di questo libro in maniera molto terra terra .
Non aspettatevi quindi chissà che grandi riflessioni .
Però prima di tutto vorrei lodare la casa editrice "Newton  Compton"  per aver avuto la geniale idea di pubblicare questi testi alla modestissima cifra di 0,99 centesimi , infatti se non ci sto attenta ogni volta che vado al supermercato ne prendo due o tre .
Non sò se vi ricordate i mitici piccoli libri tascabili a 1000 lire , io ne ho ancora qualcuno a casa dei miei e ricordo di aver scoperto proprio grazie ad essi il bravissimo Khalil  Gibran  , libro che ho tutt'ora nella mia libreria, e che tengo caro come se fosse un pezzo d'epoca inestimabile.
Detto questo torniamo al libro di Seneca e alle sue lettere sull'arte di essere felici.
Ho trovato in queste pagine alternate piccole perle di saggezza, e allo stesso tempo parecchi luoghi comuni .
Seneca ha a parer mio una visione molto particolare della felicità, mi sono ritrovata in molti suoi concetti filosofici , come per esempio quando afferma che per essere felici dobbiamo staccarci dalle cose materiali, e quindi a me vien da pensare che la felicità è una condizione mentale effimera e passeggera che ogni essere umano tenta di voler rendere perpetua senza tuttavia riuscirci.
Non avendo fatto il liceo , io e la cultura latina siamo proprio estranei , sò destreggiarmi meglio fra tecnica bancaria ed economia ,quindi consiglio questo libro a chi vuole sia rispolverare un vecchio classico , sia a chi non ha mai letto nulla di filosofia come approccio penso non sia niente male come inizio.
Voto :




lunedì 17 dicembre 2012

"Citazioni Romantiche"#19

Siamo ormai giunti quasi a Natale ,quindi per la citazione di questa settimana rispolvero un classico a tema col periodo più magico dell'anno , ovvero "Canto di Natale" di Charles Dickens . Da questo libro sono stati tratti anche bellissimi film, l'ultimo proprio due anni fa (se la memoria non mi inganna) "A Christmas Carol", film d'animazione che vi consiglio di vedere.
E ora ecco la citazione che ho scelto per Voi :

****



"Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono.  L'unico momento che conosco , nel lungo anno , in cui gli uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi." 

Tratto da "Canto di Natale" di Charles Dickens



domenica 9 dicembre 2012

"Citazioni Romantiche" #18

Questa citazione è tratta da uno dei pochi ma ottimi classici che ho letto nella mia vita.
Non sò perché ma solitamente evito di leggere i classici più blasonati (mi riferisco ai classici dell'ottocento), certo qualche eccezione l'ho fatta pure io tanto che non sono proprio digiuna , ma a me ha sempre più colpito leggere libri scritti da autori contemporanei.
Eppure fra i pochi classici letti oltre ai libri della Austen, delle sorelle Bronte, Stoker, Thackeray , Goethe, Leroux e qualcun'altro ... sono pochi i libri che ricordo con forza. Fra questi  uno di quelli che mi è rimasto impresso nella mente e che giudico un libro bellissimo è "Jane Eyre" di Charlotte Bronte .

****

"Io provo talvolta uno strano sentimento, sopratutto quando mi siete vicina come in questo momento.
Mi par di avere nel cuore una corda invisibile, legata forte forte a un'altra simile, collocata nella corrispondente parte del vostro essere. 
Se un braccio di mare e duecento miglia di terra debbono separarci, temo che questa corda, che ci unisce, si strappi, e che la ferita sanguini internamente. Voi, però, mi dimenticherete."

Tratta da : "Jane Eyre"  di Charlotte Bronte


martedì 31 maggio 2011

"Frankenstein" di Mary Shelley



Titolo Originale : "Frankenstein, or the modern Prometheus"

Trama: 

Frutto perverso degli esperimenti di uno scienziato "apprendista stregone", espressione di una visione apocalittica della scienza, la creatura di Frankenstein è tuttora la raffigurazione del "mostro" per eccellenza, materializzazione vivente delle nostre paure. Mary Shelley, cresciuta in un ambiente intellettuale di prim'ordine (nell'Inghilterra tra Sette e Ottocento), si ispira ai miti di Faust e Prometeo.


Parere Personale:

Sono piuttosto perplessa ma per me è quasi sempre così quando leggo un classico decantato da tutti come un vero capolavoro.
Evidentemente i miei gusti letterari lasciano alquanto a desiderare, visto che "Frankenstein" non mi ha praticamente folgorato.
Molto evocative sono le immagini e i paesaggi che attraverso le parole di Mary Shelley ci saltano subito agli occhi, inoltre il dolore e l' angoscia provata dallo scienziato Frankenstein è molto bel descritta.
E cosa dire della "Creatura" ?
Mah !? a me questa storia seppur scritta bene mi ha lasciata titubante . Ho molti interrogativi in testa proprio legati alla Creatura che nemmeno la fine del libro ha chiarito.
Comunque che dire ?
Evidentemente la letteratura classica di un romanzo del genere non fà per me !


Voto:  

venerdì 15 ottobre 2010

"Ragione e Sentimento" di Jane Austen



Titolo Originale :  Sense and Sensibility


Trama :

Scritto nel 1795 con il titolo di Elinor and Marianne, Ragione e sentimento fu pubblicato nel 1811. Protagoniste sono due giovani sorelle che, alla morte del padre, si trovano costrette ad affrontare una situazione economica molto critica nella loro nuova e modesta casa nel Devonshire. Qui conosceranno le pene e le gioie dell'amore, si confronteranno con difficili scelte sentimentali e matrimoniali, e, imparando a conciliare la ragione con il sentimento, diventeranno donne. Attorno a questo processo di formazione, la Austen tesse una trama piena di grazia e ironia, in cui con la sua elegantissima prosa riesce a disegnare un ritratto acuto e penetrante di un mondo convenzionale e pettegolo contro cui sia Marianne sia Elinor dovranno combattere per raggiungere quell'auspicato lieto fine che potrà nascere soltanto dall'equilibro tra i due estremi di ragione e sentimento. 


Parere Personale:

Vi sembrerà forse strano trovare fra le mie letture di vampiri, licantropi e young adult, un classico come questo libro, ma anch'io prima di appassionarmi al genere urban fantasy leggevo classici...non molti per la verità ma qualcuno l'ho letto con grande piacere.
Questo qui è uno dei classici a cui sono più affezionata, l'ho letto quando avevo sedici anni e l'ho ripreso in mano qualche settimana fà per la lettura collettiva fatta nel forum Virtual Readinghttp://virtualreading.forumfree.it/   e leggendo i vari commenti delle ragazze ho notato come i gusti delle persone cambino con l'età...
la prima volta che lo lessi ricordo di essermi veramente appassionata alle vicende delle sorelle Dashwood , ma con questa rilettura anni dopo ecco che mi accorgo di essermi un tantino annoiata nella lettura...
Non dico che non sia un bel libro, per carità ! Solo che abituata come sono ad una prosa più veloce e moderna sembra strana...diversa. Pagina dopo pagina ci si rende conto dell'eleganza della prosa della Austen, molto raffinata e decisamente diversa rispetto a quella di oggi , eppure nonostante un lasso di tempo così distante l'unica cosa che rimane inalterata sono i "sentimenti" . In qualsiasi modo o maniera vengono proposti al lettore catturano sempre.
Le vicende di Elinor e Marianne , due sorelle così unite ma anche così diverse fra loro...una così appassionata , romantica, autocelebrativa, a tratti pure un pò troppo melodrammatica...l'altra più riflessiva, chiusa, timida come può esserlo una ragazza innamorata che mette la "Ragione" , la razionalità davanti al proprio cuore .
Due modi opposti di vedere la vita, di affrontarla...sono passati quasi 2 secoli da quando Jane Austen scrisse questo romanzo...eppure ci si rende conto che nonostante passi il tempo alcune cose basilari come i sentimenti non cambiano. Ci sono ancora oggi ragazze come Elinor e Marianne , forse un pò più moderne ma con le stesse fragilità e gli stessi sogni .


Voto: