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lunedì 17 novembre 2014

"La Sindrome di Hugh Grant" di Daniele Cobianchi


Titolo Originale : "La Sindrome di Hugh Grant"
Autore : Daniele Cobianchi
Editore : Mondadori
Collana: Omnibus
Anno : 2014
Pagine : 172

Trama:
Thomas Rimini ha studiato alla Bocconi e lavora nel marketing dei sughi pronti. È bello e brillante, ma... ha quarant'anni: non l'età di mezzo, ma l'età dove sei mezzo. Mezzo adulto e mezzo ragazzo, mezzo sognatore e mezzo disilluso, mezzo innamorato e mezzo in attesa di chissà chi. Così, quando la vita gli chiede da che parte intende stare, Thomas non risponde e si rifugia in un eterno presente, sperando con tutto se stesso che sia il modo migliore per cogliere l'onda giusta. Lascia Marcella, che era pronta a sposarlo, si butta nel lavoro, prende una casa in centro, affina tecniche di seduzione da chef e ritrova i vecchi amici: tutti suoi coetanei, ognuno impegnato ad affrontare i propri fallimenti come può. Chi diventa professionista dell'happy hour, chi sogna l'amore e gira sempre con un anello in tasca, chi si ammazza di running fino a diventare pelle e ossa. Non è che Thomas scappi dalle responsabilità: anzi, le brama. È dal compromesso che fugge, dal modello sociale che impone tempi e modi preconfezionati alla sua generazione, cresciuta nel benessere ma spesso incapace di capire cosa vuole. Accade però che la strada scelta da Thomas, quella che sembrava la più facile, improvvisamente s'impenna, e il tracciato inizia ad aggrovigliarsi irrimediabilmente. Solo salendo in moto e puntando verso l'oceano, forse, i pensieri saranno coperti dal rumore del viaggio e sarà più facile ascoltare i battiti del cuore. Con ironia venata di amarezza, ma anche con profonda empatia verso i suoi personaggi, Daniele Cobianchi dà vita a un mondo affollato di volti che ci sembra di conoscere benissimo. Soprattutto, ci racconta con assoluta autenticità l'universo dei "quarantenni disperati", tra separati, depressi e insoddisfatti cronici: una fotografia fatta con Instagram colorata e accattivante, ma aggiustata con un filtro e in realtà un po' sbiadita. Ne emerge, a sorpresa, un Hugh Grant uscito dallo schermo, pronto a dire la sua verità. Un uomo in realtà fragile che ha solo la necessità di non tradire se stesso, per guardarsi allo specchio e, anche con la barba lunga e la fedina sentimentale non proprio immacolata, sorridere.



Parere Personale :

Quando mi è stato proposto di leggere questo libro ho subito detto di si per un semplice motivo, appena letta la trama mi sono praticamente detta che dovevo per forza leggerlo visto che in casa anch'io mi ritrovo un quarantenne con una possibile sindrome di Hugh Grant non diagnosticata .
A parte gli scherzi, ma davvero la trama mi ha incuriosita e poi ho sempre questa strana voglia/paura di leggere e scoprire scrittori italiani che non conosco e di cui non no mai letto i loro libri, e Daniele Cobianchi fortunatamente è riuscito ad abbattere le mie ritrosie grazie ad uno stile semplice, incisivo e a tratti ironico.
La storia che viene raccontata nel libro è molto ben chiara nella sinossi riportata nella copertina quindi non mi soffermerò a raccontarvi di cosa parla il libro, ma mi piacerebbe soffermarmi di più nel raccontarvi quello che a me è piaciuto in questa storia.
Primo fra tutti l'ironia a volte amara e disincantata con cui ci viene narrata la storia di Thomas voce narrate della storia .
Il suo cammino che ad un primo impatto può sembrare una fuga dalle responsabilità, altri non è che "paura" di crescere, di rendersi conto che gli anni sono passati e lui insieme ad essi. 
I quarant'anni sono un traguardo importante, non ci si può più nascondere dietro la frase "quando sarò grande" perché si presumo che a 40 anni lo siamo già. 
Ma a Thomas ad andar ancor più stretto è il fatto che non sa più che direzione prendere. 
Nella sua vita privata come in quella lavorativa sembra che tutto vada più veloce di lui e che come un uragano venga spinto in direzioni che non si sente sicuro di voler prendere come il matrimonio con Marcella.
Ma quando tutto sembra andare a rotoli, quando iniziamo a sentirci soffocare ecco che la vita ci sprona a metterci in gioco di nuovo. Thomas attraverso un lungo viaggio in moto che da Milano lo porterà fino a Barcellona , troverà la forza di reagire, forse non troverà le risposte che cercava ma piuttosto una direzione in cui poter andare .
Questa parte finale del libro, il viaggio in moto , mi è piaciuta particolarmente perché finalmente Thomas entra in contatto con la parte profonda di sé, inoltre non posso non essere solidale con i suoi dolori post-viaggio- in- moto che credetemi sono tremendi (parola mia) e che hanno reso il protagonista ai miei occhi molto più simpatico.
Una storia scritta davvero molto bene, che ha saputo mescolare con sguardo cinico, ironico e in parte reale (forse), uno spaccato di vita e delle paure di molti quarantenni di oggi.



Voto :